Accampamento romano:
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Narra lo storico romano Tito Livio che l'esercito del console Paolo Emilio era, un giorno, occupato a montare il proprio accampamento. Non era questa un'operazione lunghissima, benché si trattasse, in pratica, di innalzare una vera piccola città fortificata. I soldati romani erano così bene addestrati, da impiegare nell'opera non più di cinque o sei ore. Ed ecco che, proprio mentre tutti sono alacremente occupati, un giovane ufficiale fa presente al console che il nemico, in marcia, si trova ora in una località sfavorevole; se si andasse subito ad attaccarlo, si otterrebbe sicuramente una grande vittoria. Ma occorre far presto, prima che la situazione si muti. Già gli ufficiali, che hanno udito, si preparano a comunicare ai soldati l'ordine di sospendere la costruzione del campo e di imbracciare le armi. Ma il console non da l'ordine atteso. Tutti gli si fanno attorno e lo esortano, lo pregano di non sciupare una così bella occasione. Allora Paolo Emilio, con volto rabbuiato, sale sul podio e pronuncia un discorso che diverrà famoso:
"Maiores vestri...: i vostri avi si preoccupavano che l'accampamento fosse completo di tutto l'occorrente; solo allora lo lasciavano per lanciarsi a combattere, e in esso potevano trovare riparo quando erano respinti dall'impeto della battaglia. Perciò lo munivano di fortificazioni e, quando uscivano per andare contro al nemico, vi lasciavano una forte guarnigione, perché se a un generale veniva distrutto l'accampamento, egli era da tutti considerato sconfitto anche se aveva vinto la battaglia. Gli accampamenti sono la fortezza dei vincitori, il rifugio dei vinti. Oh, quanti eserciti, che all'inizio della battaglia stavano per perdere, rientrarono nell'accampamento e, dopo un poco, giunto il momento opportuno, fecero un'irruzione vittoriosa e travolsero il nemico! L'accampamento è una seconda Patria, e per ciascun soldato la sua tenda è la casa e il focolare".
E, quel giorno, i legionari romani rinunciarono ad una nuova vittoria per continuare le attività di carpentiere, di sterratore, di falegname e di fabbro che avevano iniziato. Tale era l'importanza che, nell'esercito romano, veniva data all'accampamento!
Vediamo ora in cosa consistevano questi famosi accampamenti romani:
1. Porta pretoria (porta principale) | 14. Tende delle truppe scelte che costituivano la guardia del corpo del comandante | |
2. Porta decumana | 15. Tende degli ufficiali superiori; queste tende si aprivano dalla parte verso cui erano accampate le legioni, perché ogni ufficiale potesse sempre vedere e sorvegliare le proprie truppe. | |
3. Porta sinistra | ||
4. Porta destra | 16. Alloggiamenti dei legionari; erano tende di pelli, nella stagione estiva; baracche in legno e pietre durante i mesi invernali | |
5. Via pretoria | ||
6. Via "principalis" | 17. Alloggiamenti degli alleati e dei mercenari | |
7. Via "quintana" | 18. Scuderie | |
8. "Forum", luogo per le adunate | 19. Officina per le riparazioni | |
9. "Praetorium", piazza ove sorgeva la tenda del generale | 20. Fossato difensivo (largo circa quattro metri, profondo tre) | |
10. Tripode per i sacrifici | 21. Terrapieno | |
11. Tenda ove venivano conservati i vessilli e le insegne delle legioni | 22. Paralizzata; quando si eseguivano brevi trasferimenti dell'accampamento, i soldati portavano essi stessi, in marcia, i pali della palizzata da un campo all'altro | |
12. "Tribunal", tribuna dalla quale il generale parlava alle truppe | ||
13. Tenda del questore e uffici di intendenza (amministrazione) | 23. Torretta di osservazione |
Osservazione: Qualcuno potrebbe obbiettare che doveva essere una bella fatica eseguire di frequente il montaggio e lo smontaggio di un accampamento tanto complesso; egli non terrebbe conto dello straordinario senso dell'ordine dei Romani e della ferrea disciplina che regolava tutta la vita del loro esercito. La disposizione del campo era fissa e ciò permetteva ad ognuno di sapere subito in quale posto erigere la propria tenda, senza dover attendere di volta di volta in volta nuove istruzioni che potessero creare confusione. Ogni reparto, innalzate le proprie tende al posto consueto, aveva poi da eseguire un determinato lavoro di interesse comune; si creava così nelle truppe un tale allenamento, che la costruzione del campo non era considerata una fatica straordinario. Certamente ad un altro esercito, ad esempio a quello greco, non si sarebbe potuto richiedere una simile prova di destrezza e di organizzazione. Gli accampamenti militari romani divennero così poderosi e completi, che risultarono uno dei principali strumenti di romanizzazione e di civilizzazione delle terre conquistate; coi medesimi criteri degli accampamenti militari, i Romani costruivano in quelle terre nuove borgate, che divenivano col tempo importanti città. Così accadde in Spagna, in Francia, in Germania, in Scozia.
Tende di accampamento:
Esistevano tre tipi di tende all'interno
dell'accampamento romano:
- CONTUBERNIUM
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Un mulo, al quale era
assegnato un assistente, trasportavo un singolo Contubernium, oltre ad altri
materiali pesanti. Ogni tenda era assemblata sul campo ed era fatta di lino
e rinforzata con cuoio nei punti delle legature. Ogni mulo trasportava due
paletti della tenda, i paletti per piantarla al terreno, la tenda piegabile,
corde, due cesti utilizzati per scavare il fossato attorno al campo, gli
strumenti per scavare, una piccola macina per il grano e del cibo
supplementare. |
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All'interno del Contubernium, i legionari si
posizionavano nel modo seguente:
A proposito di questo
argomento sono sorte molte controversie storiche: in molte descrizioni il
Contubernium, capace di contenere 8 soldati, veniva utilizzato da 9 o 10
persone. Sembra che 1/4 dei soldati alloggiati nella tenda dovessero
rimanere all'erta, quindi solamente 6/8 soldati dormivano effettivamente al
suo interno. Alcuni autori ci spiegano che le Legioni, almeno dopo il
cambiamento effettuato da Mario, avevano a disposizione un mulo per ogni
tenda, addetto al trasporto della stessa e di altro materiale. In alcune
versioni si narra che gli inservienti ai muli dividessero la tenda con i
soldati, aumentando in questo caso il numero degli occupanti di un'unità. In
altre versioni si dice che avessero delle tende proprie, ma è certo che
nella maggior parte dei campi non si teneva conto degli alloggi degli
inservienti. |
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- LA TENDA DEL CENTURIONE
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- LA TENDA DEL GENERALE
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Dalla figura della tenda
vista dall'alto,si puo' notare quale fosse la sua dimensione e quindi si
puo' immaginare quale numero di paletti fossero necessari per imbastire la
sua struttura. Un esempio dello scheletro della tenda é dato dal disegno a
sinistra, grazie all'ausilio di colori per rendere più facile la
comprensione. |
Ricapitolando, il seguente disegno mostra i sei muli descritti sopra e come
erano ripartiti i loro carichi, visti dall'alto. Il primo a sinistra porta
il Contubernium assieme ai cesti per il fossato, i paletti e gli attrezzi
descritti prima. Il secondo da sinistra é quello destinato al Centurione.
Gli ultimi quattro sono quelli per il Generale, due per i paletti e due per
la tenda stessa.
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