Le strategie di assedio di cittą:
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I preparativi all'assedio:
I Romani eccellevano in questa "arte della guerra". Questo grazie alla preparazione prima della battaglia, alle strategie, e sopratutto alle macchine belliche. L`assedio di una cittą iniziava bloccando i porti e con la costruzione intorno ad essa di una doppia fila di mura di legno o terrapieni. Questo per evitare che dalla cittą potessero uscire messaggeri, soldati, o cittadini, che avrebbero potuto chiamare un esercito alleato o attaccare i Romani stessi. Veniva costruito anche un muro sempre di legno o un terrapieno verso l`esterno, per evitare che degli alleati potesse prendere le legioni dal retro. Attorno alle due mura venivano costruiti dei fossati e delle "trappole" come le bocche di lupo. Le bocche di lupo erano dei buchi conici scavati nel terreno, al centro dei quali c`era un bastone appuntito, e serviva a minare il percorso dei soldati nemici, che in tal modo non potevano stare in formazione e che inoltre non permettevano l`uso della cavalleria. Sulle mura o terrapieni venivano poste le armi da gitto che avevano il compito di scagliare dardi e pietre all'interno della cittą assediata. Una volta fatto ciņ, in base allo spessore delle mura si costruivano arieti o torri da assedio, nel caso di pareti pił robuste impossibili da sfondare. In ogni caso si cercava sempre di otturare i fossati nemici riempiendoli di terra e legna cosģ che in ogni caso non avrebbero creato problemi nel momento dell'attacco. Nel caso di assedio di cittą sul mare o lungo i fiumi, risultava molto importante bloccare il porto affinché non ci fossero rifornimenti che potessero rinvigorire le scorte e armate nemiche in generale.
Macchine d'assedio:
Torre mobile |
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Una delle pił importanti macchine d'assalto era la "torre mobile". La costruzione di una torre da assedio richiedeva molto tempo, e sopratutto alberi, circa 400, pił il ferro per le giunzioni, e per le piastre di protezione dalle frecce infuocate. Essa era posta su ruote, in modo da poterla facilmente trasportare presso le mura della cittą da espugnare. Le torri mobili erano di solito pił alte delle mura delle cittą assediate. Ciņ permetteva ai soldati posti in cima ad essa di guardare dentro la cittą per scoprire il punto pił opportuno dove dare l'assalto e di gettarvi dall'alto frecce, ecc. Le torri mobili erano divise in vari ripiani. Il pił alto di questi era munito di un ponte levatoio che, al momento opportuno, veniva calato sulle mura permettendo cosģ ai soldati di passare direttamente nella cittą assediata. |
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Vinea |
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I soldati che dovevano raggiungere le torri mobili erano protetti dalle "vineae" (pron. vinee). Esse consistevano in baracche di legno, munite di un tetto inclinato. Erano ricoperte con pelli bagnate per evitare che materie infuocato, lanciate dall'alto delle mura dagli assediati, potessero incendiarle. |
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Testuggine |
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Simile alla vinea, ma notevolmente pił grande era la "testuggine". Essa consisteva in una specie di capanna di legno disposta su rotelle. Di solito la testuggine aveva la funzione di proteggere quei soldati che erano incaricati di avvicinarsi alle mura per scavare sotto di esse delle gallerie. Queste permettevano agli assediati di penetrare nell'interno della cittą senza dover scalare le mura. Le testuggini servivano anche per roteggere dai proiettili nemici le macchine d'assalto che servivano per smantellare le mura: "falci murali" che si usavano per scalzarne le pietre e grossi pali con punta di ferro per praticarne brecce |
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Ariete |
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La pił potente macchina d'assedio dell'esercito romano era "l'ariete". Esso era costituito da una pesante trave di legno, munita a un'estremitą di un grosso blocco di ferro o di bronzo a forma di testa d'ariete.Questa macchina bellica veniva usata per aprire grosse brecce nelle mura della cittą da espugnare. La trave, sostenuta da una o pił catene, veniva fatta oscillare da parecchi soldati in modo che desse potenti colpi alle mura della cittą nemiche. Per proteggere gli uomini addetti a questa macchina, la trave era posta sotto una copertura di legno, fatta a forma di capanna. Vi erano arieti lunghi 60 metri, che venivano azionati da oltre duemila uomini. Alcuni storici riferiscono che per l'assalto alle mura di Cartagine i Romani usarono un ariete per la cui manovra occorrevano 6000 uomini. |
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Macchine da gitto:
Catapulta |
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La pił grande macchina bellica da gitto era la "catapulta". Il suo nome deriva dai vocaboli greci "catą"=contro e "palio"=scaglio. Questa macchina da guerra veniva usata per lanciare a distanza giavellotti, materie infuocate, grosse pietre e palle di piombo del peso di oltre un quintale. La catapulta consisteva in una grossa trave di legno, alla cui estremitą vi era una "tasca" di pelle, nella quale si collocava il proiettile da lanciare. Per mettere in azione la macchina si abbassava l'estremitą della trave per mezzo di funi. La trave veniva abbassata fino a tendere al massimo la corda di un robusto arco, posto alla sommitą della macchina. Lasciando andare la fune che manteneva abbassata la trave, questa si alzava di scatto. Una sbarra opportunamente sistemata arrestava di colpo la trave: in tal modo il proiettile contenuto nella "tasca" veniva schizzato violentemente in avanti. |
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Balista |
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Simile alla catapulta era la "balista" (dal greco "ballo"=lancio). Questa macchina da guerra era congegnata in modo che il proiettile da essa lanciato percorresse una traiettoria ad arco. La catapulta lanciava invece i proiettili in linea retta. |
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Onągro |
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Altra macchina da gitto era lo "onągro". Esso era simile alla catapulta, ma aveva dimensioni assai pił piccole per essere trasportata con felicitą sul campo di battaglia. L'onągro poteva scagliare i proiettili a una distanza di 30 metri e a un'altezza di circa 40. |
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Osservazione: per esigenze di impaginazione e per rendere pił evidenti le parti che compongono ciascuna macchina, fra le varie illustrazioni non sono state rispettate le proporzioni.
L'assedio:
Dopo aver finito i preparativi per la costruzione dei terrapieni e delle macchine belliche e l'otturamento del fossato nemico, si iniziava a scagliare un gran numero di pietre e frecce per indebolire il nemico. Quindi si avanzava con le macchine d'assedio. La scelta poteva differenziarsi a seconda della robustezza delle mura avversarie: se erano deboli, si avanzava con le ariete e si aprivano delle brecce nelle pareti che proteggevano la cittą; se invece erano molto robuste, si preferivano l'utilizzo delle torri mobili. In entrambi i casi si avanzava in modo di non avere molte perdite grazie all'utilizzo di una particolare formazione caratteristica dei Romani: la testuggine. Ponendo gli scudi in modo di difendere tutti i lati dello schieramento scoperti normalmente, la testuggine risultava una formazione particolarmente compatta e resistente. Essa poteva contenere al suo interno molti pił uomini di quanto potesse far pensare, e ciņ gli permetteva di avere anche un alto grado offensivo e un effetto sorpresa, che spesso la rendevano invincibile. In qualunque caso si tentava anche di sfondare il portone con un ariete e di penetrare all'interno della fortificazione scavando cunicoli sotterranei. Non appena si riusciva ad irrompere in un punto delle mura, si cercava di prenderne completamente il possesso di tutte le posizioni strategiche adiacenti. Questo veniva fatto per non restare poi intrappolati nelle mura della cittą senza avere la possibilitą di uscirne, finendo per essere circondati.