Le strategie di difesa in occasione di assedi:

 

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I preparativi prima di essere assediati:

Poteva succedere che, delle truppe barbare o durante le guerre civili, ci fossero degli assedi di cittą. Sapendo questo, fin dall'inizio si studiava la posizione migliore dove fondarla. Questa doveva sorgere in luoghi strategici sia militarmente che economicamente; doveva avere difese naturali che la salvaguardassero: mare, fiume, montagne...; doveva possibilmente avere un porto su fiume o mare: serviva a rifornirsi sotto assedio e a comunicare con gli alleati (era pił facile far sfuggire ai controlli nemici una veloce nave che una compagnia di messaggeri).

In ogni caso ci si organizzava prima dell'avvicinarsi delle truppe nemiche:

  1. si mandavano dei messaggeri a chiedere aiuto alle cittą vicine o agli alleati, affinché anch'essi si preparassero alla guerra e venissero in soccorso degli amici

  2. si allestivano e sistemavano le nuove e vecchie difese

  3. si riempivano i magazzini di materie prime e cibo, cosģ da essere indipendenti per tutta la durata dell'assedio

L'assedio:

Durante l'assedio si cercava di resistere agli attacchi nemici, cercando di indebolirli pian piano, e allo stesso tempo si cercava di mandare avanti la produzione di cibo e armi, costruendo degli orti per le strade. Nel momento dell'offensiva avversaria si colpiva l'esercito nemico con archi e armi da gitto: quest'ultime prevalentemente puntate sulle macchine belliche degli oppositori. Le aggressioni venivano respinte in modo diverso, secondo il sistema con cui venivano portate. Si lanciavano delle ancorette sulle torri mobili affinché si agganciassero ad essa; non appena fossero ben salde, si tiravano le funi e si cercava di farle inclinare finché non cadevano al suolo; si spingeva le scale appoggiate alle mura; si lanciavano ancora sassi e frecce. Tutti davano il loro aiuto in queste occasioni: persino le donne e i vecchi lavoravano alla produzione di armi e cibo; soccorrevano e si prendevano cura dei feriti; se ce n'era bisogno, arrivavano anche a combattere.

Macchine da gitto:

Catapulta

La pił grande macchina bellica da gitto era la "catapulta". Il suo nome deriva dai vocaboli greci "catą"=contro e "palio"=scaglio. Questa macchina da guerra veniva usata per lanciare a distanza giavellotti, materie infuocate, grosse pietre e palle di piombo del peso di oltre un quintale. La catapulta consisteva in una grossa trave di legno, alla cui estremitą vi era una "tasca" di pelle, nella quale si collocava il proiettile da lanciare. Per mettere in azione la macchina si abbassava l'estremitą della trave per mezzo di funi. La trave veniva abbassata fino a tendere al massimo la corda di un robusto arco, posto alla sommitą della macchina. Lasciando andare la fune che manteneva abbassata la trave, questa si alzava di scatto. Una sbarra opportunamente sistemata arrestava di colpo la trave: in tal modo il proiettile contenuto nella "tasca" veniva schizzato violentemente in avanti.

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Balista

Simile alla catapulta era la "balista" (dal greco "ballo"=lancio). Questa macchina da guerra era congegnata in modo che il proiettile da essa lanciato percorresse una traiettoria ad arco. La catapulta lanciava invece i proiettili in linea retta.

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Onągro

Altra macchina da gitto era lo "onągro". Esso era simile alla catapulta, ma aveva dimensioni assai pił piccole per essere trasportata con felicitą sul campo di battaglia. L'onągro poteva scagliare i proiettili a una distanza di 30 metri e a un'altezza di circa 40.

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Osservazione: per esigenze di impaginazione e per rendere pił evidenti le parti che compongono ciascuna macchina, fra le varie illustrazioni non sono state rispettate le proporzioni.